Massimo Zavoli Massimo Zavoli
"La mano è la finestra della mente"
(I. Kant)

I miei Maestri

Il primo

Vittorio Cecchi

Insegnante di disegno alle scuole medie, mi ha insegnato i primi rudimenti dell’arte. Artista pittore, aveva progettato le ventidue vetrate che ancora adesso ravvivano con policromia la chiesa di Sant’Antonio e la vetrata absidale della chiesa di San Gabriele, a Terni.
Vittorio lo ricordo come docente e quando ho cominciato anch’io a insegnare, quelle volte che ci incontravamo era sempre gentilmente curioso di sapere cosa stavo facendo con i miei allievi a scuola.

 

Il secondo

Aurelio De Felice

Nasce a Torre Orsina (Terni).
Nella prima metà degli anni Venti del XX secolo frequenta le scuole elementari dimostrando uno spiccato interesse per la poesia, il disegno e successivamente la scultura.
Si iscrive nel 1928 alla scuola industriale di Terni dove frequenta la sezione per “Ebanisti-intagliatori” detta “sezione artistica”. A Torre Orsina modella il ritratto di qualche persona caratteristica con un realismo quasi fotografico. Terminati i corsi di quella scuola, suo padre lo obbliga a lavorare ma dopo tre mesi di lavoro nella Fabbrica d’Armi, preso dall’amore per l’arte, scappa a Roma contro la volontà del padre, che, infuriato, getta tutte le sue sculture dalla finestra distruggendole. A Roma durante il giorno fa i mestieri più umili e la sera segue dei corsi in una scuola artistico-industriale. Conosce lo scultore Fazzini, col quale instaura una profonda amicizia, e il poeta Cardarelli. In occasione di una mostra a Roma, nel 1936, un amatore d’arte acquista una sua piccola scultura e poi l’aiuta a iscriversi all’Accademia di Belle Arti della Capitale.
A Terni conosce il pittore-calzolaio Orneore Metelli. È talmente impressionato dalle sue opere che gli promette di farlo conoscere in tutto il mondo. Una promessa mantenuta sin dal 1942 quando comincia a esporre i quadri del grande pittore naíf ternano.
Frequenta assiduamente lo studio dello scultore Fazzini dove realizza le prime sculture in legno “Silvia” e “Giovane Santa”, che sono alla base della sua futura attività di scultore.
A Roma la sua scultura si pone nello spirito della “Scuola Romana”, dove gli artisti di questa scuola si raggruppano intorno alla galleria “La Cometa”. Le sculture realizzate fra il 1937 e il 1941 vincono vari premi e vengono acquistate da alcuni musei e da collezioni private in Italia. Inizia ad avere i primi riconoscimenti dalla critica vincendo il primo premio alla Mostra Sindacale dell’Umbria (1938), il primo premio alla Mostra Sindacale del Lazio (1939) e il primo premio con la statua “Adolescente con l’ocarina” in un concorso nazionale al quale partecipano 250 giovani scultori italiani (1940).
Nel 1940 si diploma all’Accademia di Belle Arti e nell’ottobre dello stesso anno è nominato Professore-assistente nella stessa Accademia. Sempre in quest’anno tiene la sua prima mostra personale a Roma, presentata da Renato Guttuso, e conosce e diventa amico di Vincenzo Cardarelli. L’anno successivo è nominato professore ordinario (per chiara fama) nelle Scuole Statali d’Arte. Inizia per lui un lungo periodo di mostre personali che lo portano a Genova, Milano, Firenze, Napoli, Livorno, Roma, Lione (Francia) e a Braunschweig (Germania).
Nel 1946 si reca a Ginevra e poi a Zurigo. Inizia a tenere mostre personali in Europa e in particolare a Zurigo, Parigi, Francoforte, Bienne (Svizzera), Vienna.
Nel 1950 è incaricato dal Ministero degli Affari Esteri di creare a Parigi la “Scuola d’Arte italiana” di Mosaico di Ravenna e Ceramica di Faenza, che fonda nel 1950 insieme a Gino Severini e dirige sino al 1955.
Nella capitale francese incontra pittori del calibro di Pablo Picasso, Fernand Léger, Jean Cocteau, Fujita, Van Dongen e Zadkine.
Tornato in Italia porta la sua arte a Torino, Milano, Terni e Firenze.
Nel 1956 tiene una mostra personale a Roma. La prefazione del catalogo della mostra è scritta dal critico Marco Valsecchi che, dopo aver analizzato il percorso artistico-stilistico del maestro, lo definisce “enfant prodige” della Scuola Romana.
Nel 1958, è nominato direttore della Scuola d’Arte di Volterra.
Nel 1961 fonda a Terni l’Istituto d’Arte dandogli il nome dell’amico Orneore Metelli.

E' stato il mio Direttore quando ero studente all'Istituto d'Arte di Terni e li cominciavo ad aiutarlo per le sue opere d'arte.

 

Il terzo

Luciano Capetti

Nasce ad Urbino e lì si diploma all’Istituto d’Arte - corso magistero, e inizia una intensa attività artistica con mostre a Pesaro, Carrara e Firenze. Vince nel 1959 il premio “Giovani Pittori“ a Roma. Insegnante dal 1962 di disegno dal vero ed educazione visiva all’Istituto Statale d’Arte di Terni. Vince il “Trofeo Università di Urbino“, il premio “città di La Spezia“, partecipa a mostre a Todi, Palermo, Perugia, Londra e Parigi.
Ho appreso da Luciano il disegno dal vero trattato a matita con i chiaroscuri elaborati a tratteggio oltre che a campitura sfumata.

 

Il quarto

Roberto Bellucci

Eugubino di nascita, dopo la fanciullezza si trasferisce a Roma conseguendo la maturità al Liceo Artistico di via Ripetta e successivamente il corso di pittura all’Accademia di Belle Arti sotto l’insegnamento di Amerigo Bartoli e il corso di incisione con Umberto Prencipe e Mino Maccari. Frequenta l’ambiente della “Scuola Romana“ allievo di Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli. Docente presso il Liceo Artistico “Copernico” di Roma e dell’Istituto d’Arte di Spoleto. Nel 1956 ottiene il premio di pittura bandito dal ministero della pubblica istruzione, nel 1973 il premio “Domizia“ e nel 1974 medaglia d’oro “Villa San Giovanni“.
Dal 1971 al 1974 le sue acqueforti corredano le pregiate pubblicazioni dei poeti Arthur Praillet, Libero de Libero, Giovanni Ferri e nel 1998 anche di Franco Prete.
Nel 1991 gli viene conferito  il premio internazionale “San Valentino d’Oro“. Nell’ottobre 1997 realizza una scultura di tre metri di altezza raffigurante “San Francesco e il lupo”, collocata nel centro storico di Gubbio.
Roberto mi ha trasmesso l’amore per l’arte incisoria, dandomi suggerimenti come far fluire il passaggio da un’idea al foglio di carta inciso.