Anno: 2021
Tecnica: Acquaforte
Lastra: zinco mm. 300x400
Carta: bianca gr/m2 285 di mm. 500x700
Inchiostro: nero
Rosaspina Fabriano: lato destro e sinistro
Timbro a secco MZ: al centro pie' di pagina
Tiratura: esemplari n°15
Stampatore: l'autore
Descrizione
La leggenda vuole che Federico Barbarossa, irritato contro le città umbre che lo avevano sconfitto, strinse d'assedio la città di Amelia che si arrese dopo dodici giorni di tenace difesa; in realtà si deve ritenere che l'evento documentato non sia riferito al XII sec., ma piuttosto al 1240 ed il protagonista fosse Federico II.
La narrazione, comunque, ispirò nel 1880 il perugino Domenico Bruschi (Perugia 1840 – Roma 1910) il quale fu l'autore del bellissimo sipario raffigurante il leggendario assedio di Amelia e tra gli anni 1880 e 1886 furono eseguite nuove vivaci decorazioni di fattura liberty, affidando sempre a lui l'esecuzione degli affreschi nel teatro che tuttora ornano il plafond (soffitto) e il ridotto (sala di sosta e di trattenimento utilizzata durante gli intervalli degli spettacoli).
La critica d'arte di Daniele Taddei
ALCHIMIE DEL TEMPO
Ho sempre osservato con scrupolo ed interesse la ricerca dell’arte incisoria di Massimo Zavoli, la sua mano è sempre sapiente nell’intervenie sulla lastra di rame o zinco che sia, debitamente ed accuratamente trattata con soffice vernice.
Il suo segno è deciso senza tentennamenti di sorta, l’abilità della morsura che va a scavare in fondo del solco tracciato è ben controllata, l’attesa del risultato diventa ogni volta spasmodica, ben consapevole di correre il rischio di ritornarci sopra.
Mi riferisco alla rappresentazione del Sipario realizzato da Domenico Bruschi nel Teatro di Amelia.
Appena vista l’immagine ho subito chiamato Massimo non solo per complimentarmi ma per avermi dato l’opportunità di vivere quei momenti che egli ha saputo descrivere non solo con il segno ma con tutta la sua anima.
L’atmosfera venutasi a creare racchiude elementi di mistero e magia che egli con la sua sensibilità e spiritualità, riesce a trasmettere allo spettatore, diventando questi uno degli attori principali della scena.
Nel leggere quell’opera ed ascoltare le voci e le grida dei personaggi, condividerne le ansie, le paure, le sofferenze, in una scenografia straziante di una violenta battaglia, l’Autore ci invita, ci esorta a ripercorrere la storia affrontando i fatti e gli accadimenti che l’hanno sempre contrassegnata.
Ecco quello che si riesce ad esternare quando un artista oltre alla sapienza e all’abilità tecnica ha uno spiccato sentimento di appartenenza al proprio territorio, alle proprie tradizioni, ai propri usi, alla propria gente, sempre fiducioso di esserne parte.
Massimo è persona colta e profonda, non si ferma mai alla superficie, egli ama indagare e speculare all’interno dell’animo umano, cercando ogni qualvolta di fugare dubbi od interrogativi che lo assalgono.
Egli è uno storico, uno “scrittore”, un narratore, attento delle vicende che nei secoli si sono succedute nel “ternano”, il suo territorio, ma questo non deve essere inteso come mero “ provincialismo”, perché ogni storia ha un aspetto universale, pertanto appartiene a tutti noi, all’Umanità intera !!!
Ho usato non a caso il termine “scrittore” perché egli con l’alchimia del “graffio” , della “traccia”, riesce a raccontare con immaginazione e visionarietà quanto accaduto nei secoli addietro, e lo esegue con rispetto e dovizia di particolari, favorendo il visitatore nel guidarlo sulle partiture del “set” di scena, dove tutto si muove con copioni stabiliti e preordinati.
“Il bianco ed nero” dell’incisione non devono trarre in inganno, non sono solo abili “graffiti” che creano luci ed ombre, ma sono tanti colori che si incontrano e scontrano, colori come lo sono gli uomini che vivono quotidianamente la propria esistenza in una armonia di opposti.
Ecco la profondità di Massimo Zavoli, andare oltre, guardarsi dentro, meditando ed analizzando le proprie conoscenze, i propri temperamenti, e tutto ciò con beneficio alla sua continua esplorazione e sperimentazione.
Il lavoro di Massimo Zavoli cela ogni qualvolta magie e misteri che egli cerca di trasformare in immagini che catturano lo sguardo dello spettatore, coinvolgendolo a tal punto di indagare assieme lui quei momenti irripetibili che solo la storia sa tramandarci.