Panta rei
Acquaforte Acquatinta
Anno: 2010
Tecnica: Acquaforte-Acquatinta
Lastra: rame mm. 99x130
Carta: bianca gr/m2 285 di mm. 250x350
Inchiostro: nero
Rosaspina Fabriano: lato destro (dove presente)
Timbro a secco MZ: a sinistra piè di pagina
Tiratura: esemplari n° 21
Stampatore: l'autore
Descrizione
QUEL NESSO CHE TUTTI CI LEGA
di Francesco Pullia
"Panta rei" non indica solo l'eraclitea scorrevolezza, e quindi transitorietà, di ogni fenomeno ma anche la consapevolezza buddhista dell'illusorietà temporale, del nesso d'interdipendenza cui ogni manifestazione è soggetta, dell'insussistenza di un'origine e di una fine. Nulla ha inizio perché nulla definitivamente cessa. Tutto, nella mutevolezza delle trasformazioni e degli accadimenti condizionati, va avanti, prosegue incessantemente, rendendoci, volenti o nolenti, partecipi dell'avvicendarsi di nascite, morti, rinascite. Il nodo intrecciato, considerato dai tibetani simbolo di buon auspicio, deve indurci a riflettere sulla nostra natura limitata e sul legame responsabile (nonché sul senso di gratitudine) che dobbiamo avvertire nei confronti di ogni essere senziente, di ogni espressione nel mondo. Non c'è dualistica separatezza tra "io" e "altro" ma semplicemente unione. Chi si desta, si risveglia, dall'illusorio sogno fenomenico realizza che ogni aspetto della vita risulta concatenato ad un altro in una trama vertiginosa, in un'infinità (inter)connettiva. Di qui il calarsi compassionevole in ciò che ci è innanzi, ci avvolge, ci circonda. Compassione non è pietà (atteggiamento che scaturisce sempre da una soggettività dominante e spesso altezzosa) ma accettazione dell'alterità (animale, vegetale, minerale) come nostra imprescindibile componente.
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