Telamone di Terni
Acquaforte
Anno: 2020
Tecnica: Acquaforte
Lastra: zinco mm. 300x134
Carta: avorio gr/m2 285 di mm. 500x350
Inchiostro: nero
Rosaspina Fabriano: lato destro
Timbro a secco MZ: al centro di pie' di pagina
Tiratura: esemplari n°15
Stampatore: l'autore
Descrizione
Opera calcografica ripresa dalla scultura marmorea il giorno dell'inaugurazione presso il Museo Archeologico di Terni il 26 gennaio 2020.
BREVE STORIA: Il ritrovamento avvenne durante gli scavi per la realizzazione dei nuovi collettori principali delle fognature della città, più precisamente in piazza Domenico Fontana, oltre l'attuale passerella pedonale di via del Cassero, sulla riva sinistra del fiume Nera, lungo quel tratto della via Flaminia che costeggiava la città, oggi via XX Settembre.
Il corpo dalla potente muscolatura, coperto in parte da un gonnellino di foglie, ha le braccia piegate in su a sollevare presumibilmente un architrave e rappresenta una figura maschile con sembianze di un satiro, con corna e orecchie appuntite.
Telamone di Terni è che è realizzato nel prezioso marmo pentelico (marmo bianchissimo a grana fine – puro carbonato, alta un metro e novanta, di otto quintali), proveniente da un'area a pochi chilometri da Atene, utilizzato in età romana per l'unicità della bellezza del suo bianco dalla tonalità leggermente rosata. Se è normale la sua presenza nelle ville imperiali, ci si potrebbe chiedere se nella Terni romana, Interamna Nahars, un privato cittadino potesse permettersi un simile marmo, o se la Terni romana fosse così ricca da commissionare un manufatto così prezioso per ornare un qualche edificio pubblico.
Il Telamone fu trasportato a Terni tra il 554 e il 565, all'epoca delle ricostruzioni fatte in età giustinianea, dopo la sconfitta dei Goti ad opera di Narsete nel corso della battaglia di Tagina (l'odierna Gualdo Tadino).
Secondo un'ipotesi il Telamone sarebbe stato portato sotto Giustiniano nel VI secolo proprio per ornare la Porta Romana e probabilmente con un telamone gemello.
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