Anno: 2012
Tecnica: Acquaforte/Acquatinta
Lastra: rame mm. 175x230
Carta: bianca gr/m2 285 di mm. 350x500
Inchiostro: nero
Rosaspina Fabriano: lato destro
Timbro a secco MZ: al centro pie' di pagina
Tiratura: esemplari n°35
Stampatore: l'autore
Descrizione
Nel giorno di Pasquetta, girovagando nelle campagne limitrofe a casa, passavo con la macchina in una stradina stretta che costeggiava dei campi. Mi sono accorto in un attimo che oltre al palo di recinzione erano visibili più livelli di flora uno dietro l’altro. Scesi dalla macchina, fotografai quella situazione naturalistica e me ne andai. Pochi giorni dopo avevo creato la lastra pronta per la stampa.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
ULTIMA SENTINELLA
di Francesco Pullia
A prima vista, in questa immagine, che non è casuale sia stata colta nel giorno di Pasqua, sembrano dominare desolazione, scoramento, abbandono. Un palo ligneo, in cui si nota un buco lasciato probabilmente da chiodo arrugginito, reca in cima una lattina chissà da quanto tempo lì conficcata. Rami spogli, come traccia d’umanità scarnificata, si calano a lambire una recinzione le cui maglie superiori sono state allargate da intervento furtivo. C’è come un senso di corrosione e consunzione, accentuato dalla caduta di una foglia la cui esile forma sembra rimarcare il declino. Eppure, se solo lo sguardo non s’arresta al primo impatto, si colgono, dietro il fitto, ferroso, intreccio romboidale, sagome di alberi tutt’altro che disadorni, ciuffi d’erba che s’addensano nel prato. Ecco, dunque, che la rassegnazione si rivela solo apparente perché, in realtà, ovunque vige l’attesa. Suo malgrado, l’artista ha immortalato una metafora, la condizione di quest’epoca in bilico tra orrori provenienti dal passato e desiderio di rinascita. Dallo spettrale abisso non può che riemergere, con forza scardinante, un sussulto di luce. Già, come detto, siamo appunto a Pasqua. Del sangue è stato versato per rendere fertili le coscienze inaridite. L’attesa è annuncio oltre l’umano, di cui infatti in quest’opera non compare orma, perché smarrita. L’inverno sta svanendo nell’equinozio di primavera. E tutto è un nuovo pulsare.